Ci sono dei temi che certe settimane mi si palesano con molta forza nella quotidianità, attraverso le sessioni di consulenza individuale o le lezioni di yoga, o anche la mia vita privata.
Perché giudichiamo?
Quello del giudizio è un grande classico da affrontare ed è un tema molto scottante per la maggior parte delle persone. Questo perché viviamo costantemente immersi nei nostri pensieri, e la nostra mente, per sua natura, è giudicante.
Hai presente quanto tempo passi della tua giornata a giudicare chi ti sta attorno? Fermati ora, per esempio, e accorgiti di quanti pensieri stai formulando sulle persone che vedi o che hai incontrato oggi: mi piace/non mi piace, bella/brutta, simpatica/antipatica, affidabile/sospetta.
Nota anche quante etichette stai dando agli eventi che vivi durante la giornata: piacevole/spiacevole, interessante/noioso, atteso/inatteso, entusiasmante/frustrante, e così via.
Questi giudizi come ti fanno sentire? Presumo bene se il giudizio era positivo, mica tanto se il giudizio era negativo. Ma la responsabilità di quella sensazione positiva e negativa di chi è? Dell’evento? Purtroppo no, l’emozione derivante dal giudizio è dipendente solo dal tuo pensiero, dalla qualità che hai attribuito a quella persona o evento.
“Ben oltre le idee di giusto e di sbagliato c’è un campo. Ti aspetterò laggiù.”
KHALED HOSSEINI
Perché il giudizio ferisce e ci ferisce?
Generalmente il tema del giudizio ci interessa perché è un aspetto doloroso da gestire. Cosa si nasconde dietro ad esso?
Ti capita mai di accanirti contro una particolare persona per una caratteristica del suo carattere, o per quello che fa? Ti succede di sentirti invadere da una rabbia incontenibile perché il modo di agire di una persona ti manda ai matti?
E allora giù via a elencare improperi e giustificare la nostra rabbia e frustrazione con una sfilza di cose che questa persona fa e che per tale motivo crea in te – a tuo dire – emozioni incontrollate.
E finché non ti sposti da quel giudizio, continuerai a incontrare persone e situazioni che riaccenderanno in te quel dato aspetto, con il solo scopo di ricordarti di te, di comprenderti con più compassione, di accettarti completamente, anche con quella caratteristica di cui accusi l’altro.
Fidati: se quella cosa di cui lo accusi non ti riguardasse, semplicemente nell’altro non la potresti vedere e sentire.
Cosa è importante che ricordi sul giudizio
Quindi ora sai 2 cose fondamentali:
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la mente automatica non può fare a meno di giudicare, ma tu puoi diventare più consapevole di questo automatismo e sospenderlo
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quando giudichi qualcun altro stai in realtà cercando di fare luce su qualcosa che riguarda te e farà male finché non la guardi
A cui ne aggiungo un’ultima: quando ti senti ferito da giudizi altrui (o semplicemente hai paura di essere giudicato) è perché, anche in questo caso, sei tu il primo ad essere molto giudicante nei loro confronti.
Di nuovo, accogliere quella tua stessa parte giudicante e comprenderla renderà il dolore del giudizio percepito meno potente su di te. Che libertà!
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